lunedì 18 gennaio 2016

Cosa significa tifare?

Nella partita Genoa-Palermo di domenica scorsa è avvenuta una pesante e volgare contestazione nei confronti del presidente Preziosi e dell'allenatore rossoblu Gian Piero Gasperini. 
Il tecnico genoano si sfoga nel dopopartita e svela un lato oscuro della tifoseria della gradinata nord. Fa i nomi di coloro i quali sarebbero gli artefici e i provocatori del disagio che si crea nei momenti difficili attorno alla squadra, qui di seguito il link del video dell'intervista: 

Ora mi sembra quanto mai necessario dare anche una mia opinione su quanto accaduto. 
Io da anni sono un assiduo frequentatore della curva della squadra della mia città e sono piuttosto avvezzo a vivere le partite a diretto contatto con gli ultras. Con loro gran parte del pubblico incita e sostiene i ragazzi con cori e grida, talvolta contestando anche squadra e presidente. La protesta verbale e non violenta è un diritto di qualsiasi tifoso, che è libero di poter applaudire quanto di poter fischiare i propri beniamini. 
Ma tra questo tipo di protesta e quel accanimento messo in atto contro Gasperini in questi anni non c'è paragone.
Il tecnico piemontese ha dichiarato nell'ultima conferenza stampa che "Io non posso andare ad allenare con la scorta della Polizia, dopotutto questi sono sempre quelli del caos di Genoa-Siena”, ribadendo ancora una volta come certi facinorosi rovinino non solo il lavoro suo e della squadra ma l'intera immagine di una città. 


Il tecnico rossoblu ricorda i vergognosi fatti di Genoa-Siena, ormai di 4 anni orsono, dove un gruppo di ultrà bloccò quella sciagurata partita. 
Ora è legittimo questo modo di tifare e di sostenere la squadra? Io non credo, da grande tifoso della squadra della mia città, che ha sempre vissuto il calcio intensamente, questo non è tifo e questi non sono supporters, ma delinquenti che minano allo spirito stesso del calcio con minacce ed intimidazioni. Lo scontro verbale è tollerabile, entro certi limiti, ma persecuzioni di questo tipo non sono accettabili, forse le parole dell'ex presidente della FIGC Abete (E’ un clima di violenza inaccettabile che non è assolutamente tollerabile. Queste persone non hanno nulla a che fare con i tifosi. Sono veramente l’immagine peggiore e violenta del calcio. [...] Spero anche, considerando che i loro volti si sono visti chiaramente, che non rientrino mai più in uno stadio”.) caddero nel silenzio e nel nulla. 


Da Gasperini dobbiamo tutti imparare ad affrontare coloro che creano questa agitazione senza incappare in inutili semplificazioni identificando tutto il tifo genoano dietro alle quattro facce di questi "bravi". 
Inoltre concludo rivolgendo la mia più sincera solidarietà ad un tecnico che ha dato molto alla città di Genova e che non merita un trattamento di questo tipo. Forza Gasp!



Nessun commento:

Posta un commento