martedì 23 febbraio 2016

Tre domande a... Andrea Mandelli

Andrea è un calciatore di proprietà dell' US Sassuolo Calcio, giovane promessa del settore giovanile neroverde. Da bambino inizia la sua carriera calcistica nella San Faustino Rosselli, squadra modenese nella quale inziò anche Leonardo Fontanesi. Ben presto venne osservato e selezionato dagli osservatori del Sassuolo, che decisero di accoglierlo tra le fila del loro settore giovanile. Qui Andrea è cresciuto e si è formato come giocatore, dimostrando anche un certo attaccamento alla maglia, dato che ormai ha ultimato il suo percorso giovanile a Sassuolo arrivando a giocare in Primavera, sotto la guida attenta di suo padre. Quest'anno è andato in prestito per una stagione a Cesena, dove ha rincontrato il suo amico Leonardo e dove sta vivendo un'avventura completamente nuova.


A Sassuolo sei cresciuto calcisticamente, che esperienza è stata? E’ stato facile avere il proprio padre come allenatore?

Credo che riferirsi a Sassuolo come una semplice crescita calcistica sia riduttivo. Sono entrato a far parte di questa società all'età di 10 anni, da bambino, andandomene a 18 da "uomo", sono cresciuto sotto ogni punto di vista grazie ad un ambiente sano ed educativo. Sono molto fiero di aver partecipato alla scalata di questa piccola realtà, fino a colmare il sogno della Serie A insieme. A Sassuolo quest'anno ho lasciato tante persone a cui voglio bene e a cui sarò sempre legato, spero un giorno di poter tornare a casa. Per questa esperienza, che farà sempre parte di me, devo ringraziare Gianni Soli, dirigente storico, che mi portò in neroverde, e che ci ha lasciati poco tempo fa.
Non è la prima volta che mi viene posta questa domanda, anzi la millesima...... Perfino mia mamma (ride).  A parte gli scherzi, non ho trovato difficoltà a trascorrere l'anno passato con il papà-allenatore poiché sin da piccolo sono stato abituato a ritrovarmelo nella stessa società. Gran merito credo sia del "mister" che mi ha sempre reso chiare le cose: le mie conquiste derivavano esclusivamente dalle mie abilità e capacità. Fin da luglio siamo stati bravi a tenere separati i due ambiti, campo e famiglia, non andavamo neanche al campo insieme. Anche i compagni di squadra non mi hanno mai fatto pesare questo fatto, essendo a conoscenza della nostra professionalità, tra l'altro è stata una stagione appassionante.”

Come hai vissuto il trasferimento al Cesena e in che modo stai vivendo questa avventura?

“Inizialmente non è stato facile digerire questa decisione. Dopo il ritiro di Malles con la prima, e di Carpineti con la primavera, mai avrei pensato di lasciare Sassuolo. Le condizione che si erano venute a creare mi hanno portato a Cesena, devo ringraziare in particolare Mister Angelini e tutta la società per la possibilità che mi hanno concesso. Questa esperienza la vivo serenamente con molta carica e determinazione, l'ambiente è stato molto accogliente e qui mi trovo molto bene. Stiamo lavorando bene nonostante due mesi di difficoltà, dobbiamo crescere molto sperando di concludere la stagione al meglio, poi a fine anno si vedrà.”

Cosa ti aspetti dal futuro, ti piacerebbe raggiungere l’amico Leonardo?

“È sempre difficile parlare del proprio futuro, sinceramente cerco di pensarci il meno possibile, mantenendo come punto fisso il presente, partita dopo partita. Inevitabilmente però il pensiero ogni tanto ci scappa e bisogna farsi trovare pronti, sicuramente vorrei continuare gli studi universitari e poi vedremo che accordi troveranno a giugno Cesena e Sassuolo e le successive decisioni. Raggiungere Leo sarebbe un bel sogno, ci vediamo sempre ora che mi ha raggiunto in Romagna, siamo legatissimi. Tornare a giocare con lui è un bell'obiettivo, sarebbe incredibile: giocavamo insieme già a 5 anni alla Rosselli! Vivo serenamente il presente con sacrificio, serenità e costanza.”

sabato 20 febbraio 2016

Modena-Brescia, la storia della serie B in un'unica partita

Questo pomeriggio allo stadio Alberto Braglia di Modena, per la 27a giornata del campionato di serie B, si terrà la sfida tra i Canarini del Modena e le Rondinelle del Brescia.
Quest'incontro, oltre ad essere un "match salvezza" per i ragazzi di Hernan Crespo, è anche un grande appuntamento con la storia della serie B. Non a caso si affronteranno le due squadre con più partecipazioni al campionato cadetto: da una parte i gialloblù con 50 partecipazioni, dall'altra i lombardi con 58, compresa la stagione corrente.



Il Modena farà di tutto pur di non retrocedere e di allungare la permanenza in questo torneo, nel quale milita ormai da ben 12 anni consecutivamente. Dopo aver subito l'ennesima beffa stagionale a Lanciano, gli emiliani oggi tenteranno il tutto per tutto contro una delle squadre più in forma del campionato. Vedremo se sapranno sfruttare il momentaneo calo degli avversari.
Dopo il 2-2 dell'andata, i bresciani riusciranno ad espugnare il Braglia? La compagine opposta  tenterà quasi certamente di far punti per restare attaccato al treno dei playoff e per cercare di raggiungere il Novara alla 5a posizione. 


Di seguito vengono riportate le probabili formazioni della partita odierna:

Modena (4-3-3): Manfredini; Gozzi, Bertoncini, Marzorati, Rubin; Belingheri, Giorico, Crecco; Nardini, Granoche, Camara.


Brescia ( 4-2-3-1): Minelli; Calabresi, Antonio Caracciolo, Camilleri, Coly; Martinelli, Mazzitelli; Embalo, Morosini, Kupisz; Andrea Caracciolo. 

Calcio d’inizio ore 15:00, Buona serie B a tutti!

martedì 16 febbraio 2016

Tre domande a... Rubens Pasino

Cresce nelle giovanili della Juventus  e proprio dallo stesso club torinese viene lanciato nel calcio professionistico. Fin da subito si distingue per un’invidiabile tecnica e una pregiata visione di gioco, ma nella Juve di  Trapattoni non c’è posto per lui e nella stagione  1993-1994 viene ceduto al Lecco dove troverà quella continuità, che alla Juve non avrebbe mai potuto trovare, totalizzando 30 presenze e 2 gol all’attivo. Dopo una breve parentesi all’ Ascoli, viene acquistato dalla US Reggina nel 1995, alla quale resterà fino al 1999 quando passerà al Crotone, le stagioni a Reggio Calabria furono uno dei momenti più importanti della sua carriera arrivando a quota 122 presenze e 11 reti.
Con l’inizio del nuovo millennio passa al Modena FC di Gianni De Biasi, dove raggiungerà  la serie A compiendo insieme ai suoi compagni una vera e propria impresa sportiva, che riportò la squadra emiliana nella massima serie dopo più di quarant’anni. Nell’estate del 2003 il centrocampista alessandrino passa al Napoli per una stagione soltanto, in quanto proprio al termine di quel campionato la società partenopea fallì e Rubens tornò proprio all’ombra della Ghirlandina.
Nel 2005 inizia una nuova avventura al Pisa, lasciando definitivamente il Modena, e negli anni seguenti vestirà anche la maglia di Monza, Boca San Lazzaro e Virtus Calstelfranco. Terminerà la sua carriera nella annata 2009-2010 militando nel Castellarano.


Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, inizierà la sua carriera da allenatore cominciando a lavorare nelle giovanili dell’US Sassuolo Calcio. Dal 2010 al 2012 allenerà i “giovanissimi nazionali” e avrà il piacere di trovare tra i suoi ragazzi proprio Leonardo Fontanesi, giovane promessa del calcio italiano, ora in prestito al Cesena Calcio.  Ad oggi sono 4 anni che è fuori dal mondo del pallone, ma chi lo sa magari un giorno potrà arrivare l’occasione giusta per poterlo rivedere calcare qualche panchina prestigiosa. 



Come è stato il tuo primo esordio da mister sulla panchina della categoria “giovanissimi nazionali” a Sassuolo?

“Ho iniziato ad allenare a Sassuolo nel 2010 i ragazzini classe ’96 e il momento più emozionante di quella nuova avventura fu non tanto la prima partita ufficiale, quanto il mio primo allenamento. Trovarsi davanti quelle facce nuove fu davvero speciale e ne ho un ricordo indimenticabile.  Sicuramente credo che aver allenato anche in quella categoria sia stata un’ esperienza alla pari di molte altre a livelli superiori, inoltre voglio ricordare con grande affetto quanto Gianni Soli, ex dirigente neroverde scomparso di recente, sia stato decisivo e importante per me nell’introdurmi in quel nuovo ambiente. Ricordo anche grande emozione però alla prima di campionato contro il Livorno, anche se quella strana sensazione dopo pochi minuti svanì.”

Quali sono i valori che hai cercato di trasmettere a tuoi ragazzi?

“E’ una domanda che apprezzo molto, io ho sempre cercato di trasmettere ai miei ragazzi la gioia e il divertimento di venire ad allenarsi con me e con la squadra, il rispetto verso l’allenatore e il proprio compagno di squadra, creando quindi un clima di rispetto reciproco, nonostante possano capitare a volte episodi spiacevoli sul campo di allenamento e durante le partite. Se invece vogliamo parlare di concetti strettamente calcistici, spero di aver insegnato loro a scendere in campo con l’atteggiamento giusto e a non mollare mai abituandoli a lottare, ma devo dire che da questo punto di vista le mie due squadre mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni.”

Tu hai avuto la fortuna di allenare Leonardo Fontanesi, che la scorsa stagione ha esordito in serie A, quanto ne sei orgoglioso?

“Certamente ne sono molto orgoglioso, quando vedi un giocatore che tu hai allenato esordire in serie A è sempre una grandissima soddisfazione. E’ un bravo ragazzo con la testa sulle spalle, forse anche troppo (ride). Quando ho saputo del suo esordio non ho esitato a fargli tempestivamente i miei complimenti tramite Facebook, in effetti è un po’ di tempo che non lo vedo. Secondo me è un giocatore con delle ottime capacità e ha tutte le possibilità per far bene, ho saputo che di recente è stato mandato in prestito a Cesena, è un’ ottima occasione per lui anche se probabilmente non troverà tantissimo spazio, gli auguro davvero di trovare una squadra dove poter giocare titolare e con continuità per poter maturare ancora di più. Se posso dargli un consiglio, gli suggerisco di lavorare sulla grinta, perché specialmente nel ruolo che ricopre lui ne serve molta e poi i risultati si vedranno sul campo.”









sabato 13 febbraio 2016

Juventus-Napoli, il tutto per tutto?

La tensione è alta, la posta in palio ancora di più, specialmente in casa Napoli dove lo scudetto ormai manca dal lontano 1990. Il sogno di vittoria di una squadra si traduce in quello di rivalsa di un' intera città, che in questi anni ha visto trionfare solo le rivali. 
Situazione differente per la Juventus di Max Allegri che indubbiamente stasera si gioca la possibilità di scavalcare gli azzurri in classifica e di portarsi a + 1. L'ambiente bianconero però rimane apparentemente più sereno, come dimostrano le dichiarazioni dello stesso Allegri ai microfoni di SportMediaset: "La gara col Napoli è da tripla, ma non sarà decisiva,poi ci saranno altre 13 partite fino all'obiettivo finale". 


La Juve sicuramente è più sicura dei suoi mezzi, sulla spinta di una incredibile serie di vittorie consecutive, e abituata negli ultimi 4 anni a situazioni di questo tipo. Solo il campo potrà dirci chi vincerà, sicuramente dopo questa partita ci sarà un "prima" e un "dopo" per entrambe le squadre, soprattutto dal punto di vista psicologico.

Per quanto riguarda le formazioni in casa Juve nonostante il recupero di Khedira, molto probabilmente partirà dal primo minuto Sturaro e in avanti ci si affiderà alla coppia ormai infallibile Dybala-Morata.
Sarri risponde con la solita formazione di "titolarassimi" affidandosi ciecamente al pipita Higuain, Lorenzo Insigne e Callejon nella speranza che non lo deludano proprio in questa partita cruciale. 

Calcio d'inizio ore 20:45 allo Juventus Stadium di Torino, sfida da non perdere per nessun motivo! Buon campionato a tutti.

martedì 9 febbraio 2016

Tre domande a... Andrea Di Matteo

Oggi vi presento un progetto di collaborazione molto interessante, portato avanti da alcuni anni, tra l'US Sassuolo Calcio e l'ASD Colombaro, squadra formiginese della provincia di Modena. A parlarci di questa bellissima esperienza e a svelarcene alcuni dettagli è proprio Andrea Di Matteo, responsabile del settore giovanile orange. Il Colombaro milita in promozione e da alcuni anni ha dimostrato di avere un progetto giovanile valido e molto interessante, che sta facendo vedere i suoi risultati, valorizzando la sportività e il divertimento dei ragazzi per arrivare a trasmettere in modo corretto lo spirito del calcio e dello sport senza tralasciare gli obiettivi societari.



Quanto è importante la collaborazione col U.S. Sassuolo Calcio? Ha avuto riscontri positivi sul settore giovanile?

"La collaborazione con il Sassuolo la reputiamo importante per la crescita dei nostri allenatori e di conseguenza dei nostri ragazzi. Abbiamo sempre collaborato attivamente come testimoniano le varie cessione di alcuni dei nostri tesserati nel vivaio neroverde come De Pietri, Marchetti e Fontanesi. 
Quindi i riscontri sono positivi, l'opportunità di visitare il mapei stadium e assistere ad una gara di serie A con i nostri ragazzi è molto costruttivo."


Quanta importanza hanno i giovani per il Colombaro?

"Il Colombaro da tre anni a questa parte ha iniziato un progetto che stà portando i risultati sperati come testimonia la crescita della Scuola Calcio orange, infatti da zero squadre ora possiamo vantare tre formazioni che partecipano ai campionati csi. Un record per Colombaro, che ricordiamo è una frazione di 1700 abitanti. Invece nei più grandi abbiamo i giovanissimi e gli allievi con l'obiettivo di crescerli e portarli nella nostra prima squadra. Jacopo Battilani, classe 1999, è la testimonianza vivente del nostro progetto visto che è già in pianta stabile nella rosa della promozione. Comunque credo davvero in quello che stiamo facendo a Colombaro, cosa impensabile fino a 3 anni fa quando c'erano appena 2 squadre, la juniores e la prima squadra."


Il Colombaro ha collaborato anche con altre società importanti come il Bologna F.C., che esperienza è stata?

"Con il Bologna è stata un'altra esperienza fantastica, con meeting e visite al nostro settore giovanile dei loro allenatori, credo che siamo cresciuti tutti sotto ogni punto di vista. A Casteldebole abbiamo conosciuto uno dei migliori settori giovanili d'Italia come preparazione e organizzazione."





martedì 2 febbraio 2016

Tre domande a... Lorenzo Lercara

Lorenzo è un giovane attaccante del Varese Calcio, cresciuto nelle giovanili del Luino FBC. Poco più che ragazzino, ancora militante nella categoria dei “giovanissimi”, viene notato dagli osservatori del Varese che decidono di accoglierlo tra le loro giovanili. Dopo ben otto anni e il fallimento della vecchia società, si ritrova finalmente a vestire la maglia della prima squadra esordendo nel campionato di eccellenza. In questa stagione ha già totalizzato 8 presenze segnando anche 2 reti e sta dimostrando di essere un giocatore all’altezza della categoria,  grazie a caratteristiche davvero invidiabili quali rapidità, un’ ottima tecnica e un’ altrettanto ottima visione di gioco. Nonostante qualche timore, derivato dalla sua timidezza, mi ha concesso di fargli qualche domanda sull’incredibile stagione vissuta da lui e i suoi compagni.


Come ti trovi a Varese e che impatto hai avuto con la categoria?

“A Varese mi trovo benissimo, è 8 anni che sono in questa squadra e per me è un onore giocare per questa città… inizialmente ho un po’ tentennato quando mi hanno chiesto di rimanere a fare l’eccellenza, perché sapevo che sarebbe stato un calcio totalmente diverso dagli anni precedenti dove affrontavo i coetanei. Nonostante ciò rifarei mille volte la scelta di rimanere, perché ora mi trovo alla grande con giocatori di grandissima esperienza con cui mi trovo davvero bene e che mi stanno aiutando a crescere dia dentro che fuori dal campo.”

Il buon piazzamento in classifica è sinonimo di una tranquillità ritrovata e di un gruppo che ha voglia di rivalsa?

“Il buon piazzamento deriva da un gruppo affiatato che tutta la settimana lavora 100% senza mollare un attimo… un gruppo con un solo obiettivo: riportare il Varese dove merita di stare.”

Quali sono le tue aspirazioni per il futuro e con chi ti piacerebbe giocare?

“Personalmente mi piace andare avanti passo dopo passo, mi concentro sul presente per fare bene oggi con il Varese e spero di proseguire questo cammino di rinascita e poi in futuro si vedrà.”


lunedì 1 febbraio 2016

Il punto del lunedì

Il derby di Milano è finito, l'Inter ne esce distrutta e disorientata mentre il Milan di Sinisa Mihajlovic vittorioso è pieno di sè. Adesso ai rossoneri serve dare continuità a questo buon periodo vincendo anche contro il Palermo, sfida tutt'altro che semplice dato che là si disputerà al Barbera. Mancini nel post-partita di ieri ha dichiarato che "da situazioni del genere ne si deve uscire tutti insieme". La situazione deli nerazzurri non è una delle più felici visto il morale dello spogliatoio, vedremo se riusciranno a riconquistare i primi posti.


La Juventus torna a casa da Verona con tre punti in più e la conferma, dopo 12 risultati utili consecutivi, di essere la squadra più in forma del campionato e l'unica a poter opporsi ad un Napoli inarrestabile. Pogba gioca e incanta, ma anche il resto del gruppo non sta di certo a guardare, l'intesa con Dybala mette i brividi fanno giocate sensazionali.


Il Napoli di Sarri sembra un treno, continua la sua corsa indisturbata rifilando un'altra valanga di gol alla povera malcapitata di turno. Higuain non manca l'appuntamento col gol e a
Sorpresa sembra essersi ripreso definitivamente Callejon. Ora il testa a testa con la Juve è più duro che mai.


L'effetto Spalletti forse sta cominciando a dare i suoi frutti, la Roma vince e cambia faccia. Da adesso per i giallorossi sarà una rincorsa costante per arrivare ad insidiare la Fiorentina in chiave terzo posto.