martedì 24 maggio 2016

Tre domande a... Franco Martelli

Di questi tempi un certo Claudio Ranieri ci ha insegnato che con coraggio, lavoro e rispetto si può ancora sognare nel calcio, raggiungendo risultati incredibili grazie a gruppi straordinari e un pizzico di fortuna. Il suo Leicester però non è l'unica realtà che è stata in grado di raggiungere obiettivi memorabili, esistono moltissime squadre che silenziosamente e con costanza cercano di sognare stagione dopo stagione, perseverando e portando avanti il loro lavoro con passione. L' ASD San Paolo, nel suo piccolo, è una di queste piccole società che nel lontano 2001 è riuscita ad aprire addirittura una sezione femminile.


Anno dopo anno la squadra femminile è cresciuta insieme al diffondersi del calcio femminile stesso, arrivando, nel 2009, a vincere le finali regionali e a partecipare al Grassroots UEFA presso il centro federale di Coverciano. Franco Martelli si inserisce proprio in quell'anno all'interno della dirigenza geminiana, assumendo il ruolo di referente per il settore femminile. La stagione successiva arriva la svolta: a Franco si affianca Mario Leonelli, che porta in gialloblù molte atlete del Montale, le quali contribuiscono significativamente a rinforzare la prima squadra. Grazie proprio a questi nuovi arrivi, in particolare a quello dell'attuale capitano Chiara Gabrielli e ad Annachiara Bertacchini, il San Paolo riusce a vincere la Coppa Emilia, laureandosi campione regionale, e ad iscriversi conseguentemente alla Serie C.

Dopo una stagione tranquilla, dove le gialloblù raggiungo la salvezza, a causa di problemi legati alla rosa, la società decide di ripartire dalla serie D.
Ma non sempre tutti i mali vengono per nuocere e Franco, che nel frattempo diventa DS, riesce a costruire una squadra forte pensando anche al futuro. Dopo sole due stagioni infatti riescono a ritornare in Serie C, grazie all'importantissimo contributo della già promettente Giulia Merigo, rivelazione di quella stagione, attualmente in forza al SSD Football Milan Ladies.
Come si può già ben capire da queste poche righe, San Paolo è una bellissima realtà che ha aperto al calcio femminile in modo propositivo lanciando giovani calciatrici nelle serie maggiori, come la già citata Giulia Merigo e Sara Tardini, giocatrice della Reggiana, che ha vestito anche la casacca azzurra.
Il DS non ci ha nascosto le sue volontà, come d'altronde quelle di tutta la società, di costruire una squadra competitiva in grado di ambire ai posti più nobili del campionato, a seguito di un'annata non del tutto soddisfacente dal punto di vista dei risultati.



Quali sono state le maggiori difficoltà nell'organizzare la sezione femminile e qual è stata la chiave per ottenere gli ottimi risultati conseguiti?

"Le maggiori difficoltà incontrate nel nostro cammino sono da ricondurre alla diffidenza di tante famiglie per questo sport ritenuto dai più prettamente maschile, solo la forte convinzione delle bambine e delle ragazze e la loro passione per il calcio ha consentito di superare tante difficoltà; certamente nella nostra città è molto forte l’attrattiva della pallavolo che, soprattutto nel femminile, attira e coinvolge tante ragazze.
I risultati – buoni direi  – si sono raggiunti con l’aiuto di tutto il gruppo di persone che mi hanno affiancato in questi anni, oltre al già citato Leonelli una menzione particolare va a Stefania Piersanti, allenatrice per diversi anni e tutt'ora calciatrice gialloblu e Pasquale Maiocco che mi ha affiancato fin dal 2009 allenando la formazione Under 15 ed ancora oggi alla guida della seconda squadra."

L'arrivo al SSD Football Milan Ladies di Giulia Merigo è anche merito di questa società. San Paolo è l'ambiente giusto per la crescita di giovani calciatrici?

"Come già detto oltre a Giulia Merigo, in prestito nella stagione appena trascorsa al Milan, anche Sara Tardini che ha anche vestito la maglia azzurra della nazionale sono oggi in attività in Serie B; altre ragazze hanno effettuato stage con formazioni di Serie A e B ma hanno preferito continuare a giocare nella città di Modena per motivi di studio o lavoro. L’ambiente e la qualità dei tecnici sono molto importanti, ma le doti naturali di alcune calciatrici le rendono uniche e fin dall'inizio mettono in mostra il loro potenziale."

Secondo te da cosa bisognerebbe partire per migliorare il calcio femminile?

"A mio parere la strada per la  crescita del movimento calcistico femminile non può prescindere dalle scuole.  Il programma di sviluppo del movimento che coinvolge da quest’anno le formazioni professionistiche, con l’obbligo della creazione di uno specifico settore giovanile,  è certamente un passo importante per la forza attrattiva ed economica che queste realtà potranno mettere in campo, anche se nella nostra provincia, vedo difficoltoso lo sviluppo dei settori giovanili di ben 3 Società senza una forte penetrazione nel tessuto scolastico."
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