sabato 28 maggio 2016

L'ago della bilancia di Carpi, Modena e Sassuolo

Siamo giunti anche quest'anno alla resa dei conti per le tre squadre professionistiche della nostra provincia, momento decisivo nell'analisi di quanto è stato fatto e di cosa bisognerà fare per affrontare la stagione prossima. Da un lato possiamo ammirare record storici e certezze per questo Sassuolo dei sogni, dall'altro due retrocessioni, una più amara dell'altra, per quanto concerne Carpi e Modena.

Sassuolo, a soli 10 anni da quando fu promosso per la prima volta nell'allora Serie C1, ha coronato un vero e proprio sogno conquistando la prima storica qualificazione ai preliminari di Europa League.
Molti parlano di "favola europea" del Sassuolo anche se francamente trovo questa definizione estremamente erronea e svilente nei confronti di un club che in 10 anni ha saputo costruire tantissimo, valorizzando i giovani e investendo nel modo più corretto un discreto capitale. Non c'è dubbio, obiettivo centrato per Di Francesco e i suoi che ora si godono il momento lanciando anche qualche provocazione per caricarsi: "Non saremo una comparsa" dichiara Acerbi dopo la finale di Coppa Italia vinta dalla Juventus battendo il Milan di Brocchi per 1-0 nei tempi supplementari, sintomo di fiducia e determinazione all'interno di un gruppo in crescendo che ha saputo superare tutte le aspettative stagionali piazzandosi al sesto posto.


Un famoso proverbio latino recitava "dulcis in fundo" per sottolineare come il meglio arrivi solo alla fine, ma in questo caso non si è rilevato vero per la squadra biancorossa. I carpigiani hanno concluso la stagione al terzultimo posto a quota 38 punti dietro a Udinese e Palermo a 39, con i siciliani il Carpi ha condotto un testa a testa fino all'ultima giornata sfoderando tutte le risorse possibili ma senza sortire l'effetto sperato. La vittoria casalinga dei rosanero li ha condannati, dopo solo un anno in paradiso, al ritorno in Serie B, tanti forse troppi gli errori in fase offensiva e una rosa limitata non hanno permesso alla formazione di Castori di raggiungere una salvezza che avrebbe avuto un peso specifico notevole nella storia del club emiliano. Chiaramente non si vuole gettare la croce addosso a nessuno, ma in effetti Jerry Mbakogu ha dimostrato di avere più responsabilità di altri non avedo quasi mai apportato il giusto contributo realizzativo ad una squadra che ne aveva bisogno più dell'ossigeno. Le cause che stanno dietro ad una retrocessione sono tante e non è mai facile affrontarle tutte in poche righe, ma una cosa è certa al Carpi di Bonacini non resta altro che creare un progetto interessante per trovare una permanenza stabile nella serie Cadetta, nella speranza di poter tornare a calcare ben altri campi.


Ora veniamo alla compagine gialloblu, protagonista tragica di un vero e proprio dramma sportivo.
Tutto è cominciato nell'estate della scorsa stagione, quando Massimo Taibi è stato incaricato da Antonio Caliendo, presidente della società, di ricoprire il ruolo di DS. Nelle due stagioni successive il Modena Calcio ha vissuto uno dei momenti più bui degli ultimi 15 anni, offrendo spesso e volentieri un gioco scadente e rinunciatario. Tantissime le scelte sbagliate in campagna acquisti, giocatori e allenatori privi d'esperienza o con un livello tecnico non all'altezza della categoria sono stati aggregati da una società priva di ambizioni e di reali interessi nei confronti di una città che ha vissuto la maggior parte della sua storia tra Serie A e Serie B.
Un settore giovanile nel quale non si investe più da tanto tempo è il sintomo più evidente di come si sia persa la capacità di sognare e di avere fiducia in un progetto per il Modena del futuro. 
Con queste condizioni societarie la retrocessione era solo questione di tempo. Dopo una salvezza in extremis ai Playout lo scorso anno, alla fine di questa "regoular season" è arrivata la retrocessione diretta con un piazzamento a dir poco umiliante. 
Ma forse questo non è neppure l'aspetto peggiore perché davanti ai tifosi e ad un'intera città ora c'è d'innanzi uno spettro ancora più spaventoso, ovvero l'incubo del fallimento.
In effetti in questi mesi sono emerse le paure e i timori più reconditi della tifoseria derivanti da una gestione non trasparente del presidente Caliendo. Evasione fiscale, mancati pagamenti in tribunale e infiniti altri siparietti hanno fatto sì che il circo di Antonio Caliendo andasse in scena a discapito di questa società ultracentenaria. 
Questo il racconto di una retrocessione che ha messo in ginocchio e a dura prova la passione per questo sport di un'intera città. Dal mancato arrivo di Galabinov all'arrivo a sorpresa di Crespo passando per la falsa promessa Trezeguet, possiamo ben renderci conto di come il destino gialloblù fosse già segnato molto prima della decisione di Abisso allo stadio Silvio Piola di Novara. Il Modena per giunta non ha mai neppure avuto la sorte dalla sua, anche se bisognerebbe ricordarsi che la fortuna aiuta solo gli audaci. Con più del 50% delle partite in stagione perse e una sola vittoria in trasferta, possiamo ben comprendere come fosse impossibile sperare nel miracolo.
Il futuro del club più blasonato della provincia è molto incerto e piuttosto opaco, la verità arriverà solo entro il 30 giugno quando sapremo se la squadra verrà ufficialmente iscritta al campionato di Lega Pro.

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