Ieri ci ha lasciato un campione, ma non un semplice fuoriclasse bensì qualcuno che fu in grado di cambiare uno sport e di trasformarlo in qualcosa di completamente nuovo. Johan Cruijff ha saputo incarnare alla perfezione lo spirito del calcio, plasmando un nuovo modo di interpretarlo e di giocarlo. Il "Calcio Totale" non fu semplicemente un modo di giocare, ma un approccio rivoluzionario allo sport in generale, dove la squadra, dal portiere all'attaccante e viceversa, era un nucleo solido che respirava e si muoveva in modo sinergico producendo un gioco spettacolare, interpretando al meglio la celebre frase "la forza del branco è il lupo e quella del lupo il branco". Proprio questo, lo spettacolo, rendeva giustizia al vero protagonista di questo sport, il pallone, che veniva reso tale solo attraverso il tocco razionale di un giocatore.
La figura del calciatore moderno proprio negli anni '70 si andò sempre più definendo, il calciatore non era più un semplice giocatore, ma doveva essere in grado di dimostrare capacità atletiche elevate, una tecnica semplice e precisa e visione di gioco, tutto ad un ritmo vertiginoso. Tutto questo può essere riassunto in una citazione dello stesso "Pelè bianco": "Giocare a calcio è molto semplice, ma giocare semplice nel calcio è la cosa più difficile che ci sia."
Johan era un personaggio controcorrente, uno degli Dèi di questo sport e credo lo abbia dimostrato non solo sul campo, ma anche fuori sia livello manageriale sia nei panni di mister. Forse l'elemento che contraddistinse di più il suo gioco da quello degli altri fu la razionalità sintetica e l'immaginazione visionaria. Quest'ultimo elemento gli consentirà di essere sempre un passo avanti agli avversari e di saper vedere il possibile nell'impossibile.
In due parole potremmo tradurre una leggenda come Johan Cruijff ovvero "Il profeta del gol".
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