martedì 22 marzo 2016

Tre domande a... Luca Farace

Luca è un giovane ragazzo di 21 anni, che quest'anno sta partecipando per la prima volta, in qualità di dirigente, al torneo giovanile più prestigioso, la Viareggio Cup. Grazie ai collegamenti finanziari del padre con una squadra congolese, riesce a partecipare all'avventura italiana di questa squadra africana. In quanto collaboratore europeo, ha il compito di supportare il gruppo della squadra introducendo i ragazzi in una realtà completamente nuova e ad abituarli alla quotidianità italiana ed europea. Funge sicuramente da esempio umano, ma anche calcistico aiutando i giovani atleti a colmare soprattutto alcune lacune tecnico-tattiche. Svolge dunque un ruolo molto importante nell'integrazione della squadra in un nuovo continente e nel risolvere qualsiasi problema legato al gruppo o ad ogni singolo calciatore. La sua collaborazione non sarà continuativa, ma si limiterà all'esperienza della Viareggio Cup, e continuerà nei prossimi anni se ce ne sarà l'occasione.

L'Athletic Club Ujana è una realtà nascente del calcio congolese e più in generale di quello africano, la quale vuole dare la possibilità a molti giovani di avvicinarsi al gioco del calcio attraverso uno dei più grandi centri giovanili del mondo, capace di ospitare già più di 4000 bambini iscritti alla scuola calcio. Come è evidente il progetto è molto ambizioso con molte possibilità offerte, il torneo di Viareggio gli darà molta visibilità a prescindere dal risultato e speriamo apporti ad un impulso notevole nello sviluppo dello sport in una delle regioni del mondo più tormentate negli ultimi decenni.



Quanto è importante questa vetrina per voi e cosa credete di ottenere da questa competizione?

"Questa vetrina per noi è molto importante, sia per farci conoscere come società sia per far conoscere i nostri giocatori e per aiutarli a trovare un club europeo disposto ad investire su di loro. Siamo arrivati come gli "outsiders" della competizione, ma nonostante questo ci siamo qualificati come primi classificati, battendo il Cagliari e pareggiando con l'Ascoli e il Milan. E' ovvio che come tutti l'ambizione è quella di vincere, però combatteremo un gradino alla volta per raggiungere quello che è l'obiettivo finale."


La vostra sfida è anche quella di un intero continente?

"Si, la nostra sfida appartiene anche all'Africa, un continente che spesso viene considerato inferiore per tanti motivi in molti ambiti. Quindi non non vedo perché non combattere anche per un continente intero, pur non essendo l'unica squadra africana in gara, si può tranquillamente affermare che lottare per il continente africano motivi la squadra."


Cosa vi porterete a casa da questa esperienza e quanto credete di andare avanti?

"Ci porteremo dietro tantissime cose, comunque andrà abbiamo avuto l'opportunità di dimostrare molto al calcio europeo e sarà un'esperienza che ci porteremo dentro per tutta la vita. Noi non ci siamo posti obiettivi, l'obiettivo principale è quello di non fare brutte figure e di uscire con dignità e a testa alta, qualora dovessimo essere eliminati."



























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