martedì 16 febbraio 2016

Tre domande a... Rubens Pasino

Cresce nelle giovanili della Juventus  e proprio dallo stesso club torinese viene lanciato nel calcio professionistico. Fin da subito si distingue per un’invidiabile tecnica e una pregiata visione di gioco, ma nella Juve di  Trapattoni non c’è posto per lui e nella stagione  1993-1994 viene ceduto al Lecco dove troverà quella continuità, che alla Juve non avrebbe mai potuto trovare, totalizzando 30 presenze e 2 gol all’attivo. Dopo una breve parentesi all’ Ascoli, viene acquistato dalla US Reggina nel 1995, alla quale resterà fino al 1999 quando passerà al Crotone, le stagioni a Reggio Calabria furono uno dei momenti più importanti della sua carriera arrivando a quota 122 presenze e 11 reti.
Con l’inizio del nuovo millennio passa al Modena FC di Gianni De Biasi, dove raggiungerà  la serie A compiendo insieme ai suoi compagni una vera e propria impresa sportiva, che riportò la squadra emiliana nella massima serie dopo più di quarant’anni. Nell’estate del 2003 il centrocampista alessandrino passa al Napoli per una stagione soltanto, in quanto proprio al termine di quel campionato la società partenopea fallì e Rubens tornò proprio all’ombra della Ghirlandina.
Nel 2005 inizia una nuova avventura al Pisa, lasciando definitivamente il Modena, e negli anni seguenti vestirà anche la maglia di Monza, Boca San Lazzaro e Virtus Calstelfranco. Terminerà la sua carriera nella annata 2009-2010 militando nel Castellarano.


Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, inizierà la sua carriera da allenatore cominciando a lavorare nelle giovanili dell’US Sassuolo Calcio. Dal 2010 al 2012 allenerà i “giovanissimi nazionali” e avrà il piacere di trovare tra i suoi ragazzi proprio Leonardo Fontanesi, giovane promessa del calcio italiano, ora in prestito al Cesena Calcio.  Ad oggi sono 4 anni che è fuori dal mondo del pallone, ma chi lo sa magari un giorno potrà arrivare l’occasione giusta per poterlo rivedere calcare qualche panchina prestigiosa. 



Come è stato il tuo primo esordio da mister sulla panchina della categoria “giovanissimi nazionali” a Sassuolo?

“Ho iniziato ad allenare a Sassuolo nel 2010 i ragazzini classe ’96 e il momento più emozionante di quella nuova avventura fu non tanto la prima partita ufficiale, quanto il mio primo allenamento. Trovarsi davanti quelle facce nuove fu davvero speciale e ne ho un ricordo indimenticabile.  Sicuramente credo che aver allenato anche in quella categoria sia stata un’ esperienza alla pari di molte altre a livelli superiori, inoltre voglio ricordare con grande affetto quanto Gianni Soli, ex dirigente neroverde scomparso di recente, sia stato decisivo e importante per me nell’introdurmi in quel nuovo ambiente. Ricordo anche grande emozione però alla prima di campionato contro il Livorno, anche se quella strana sensazione dopo pochi minuti svanì.”

Quali sono i valori che hai cercato di trasmettere a tuoi ragazzi?

“E’ una domanda che apprezzo molto, io ho sempre cercato di trasmettere ai miei ragazzi la gioia e il divertimento di venire ad allenarsi con me e con la squadra, il rispetto verso l’allenatore e il proprio compagno di squadra, creando quindi un clima di rispetto reciproco, nonostante possano capitare a volte episodi spiacevoli sul campo di allenamento e durante le partite. Se invece vogliamo parlare di concetti strettamente calcistici, spero di aver insegnato loro a scendere in campo con l’atteggiamento giusto e a non mollare mai abituandoli a lottare, ma devo dire che da questo punto di vista le mie due squadre mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni.”

Tu hai avuto la fortuna di allenare Leonardo Fontanesi, che la scorsa stagione ha esordito in serie A, quanto ne sei orgoglioso?

“Certamente ne sono molto orgoglioso, quando vedi un giocatore che tu hai allenato esordire in serie A è sempre una grandissima soddisfazione. E’ un bravo ragazzo con la testa sulle spalle, forse anche troppo (ride). Quando ho saputo del suo esordio non ho esitato a fargli tempestivamente i miei complimenti tramite Facebook, in effetti è un po’ di tempo che non lo vedo. Secondo me è un giocatore con delle ottime capacità e ha tutte le possibilità per far bene, ho saputo che di recente è stato mandato in prestito a Cesena, è un’ ottima occasione per lui anche se probabilmente non troverà tantissimo spazio, gli auguro davvero di trovare una squadra dove poter giocare titolare e con continuità per poter maturare ancora di più. Se posso dargli un consiglio, gli suggerisco di lavorare sulla grinta, perché specialmente nel ruolo che ricopre lui ne serve molta e poi i risultati si vedranno sul campo.”









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