La
storia del Modena FC cominciò nel lontano 1910 quando nella città emiliana
nacquero le prime società calcistiche di studenti. L’Associazione
Studentesca del Calcio , voluta da Luigi Ventura e Ugo Mariani, e l’Audax FBC
fondata da Luca Mariani, fratello di Ugo.
Proprio a causa della crescente rivalità tra le due squadre e conseguentemente
tra i due fratelli si decise il 5 aprile
1912 di fondere le due società per crearne una unica per tutto il calcio
cittadino, così nacque il Modena FBC.
Gli
anni ’10 furono il debutto del club gialloblu nel calcio nazionale, non a caso
il Modena cominciò ad iscriversi alla prime competizioni nascenti come la Coppa
Federale, durante il periodo bellico (’15-18), nella quale sfiorò addirittura
il successo nel 1916, mentre nella stagione ’13-14 fece scalpore l’arrivo di Roberts, il primo
calciatore straniero all’ombra della Ghirlandina.
Nei
primi anni ’20 il calcio italiano si trovava nel caos e alcune squadre tra cui
Modena, Inter, Venezia, Torino e Genoa trovandosi in disaccordo con la F.I.G.C.
aderirono al C.C.I. ( Comitato Calcistico Italiano ) distaccandosi dalle altre.
Seguirono anni felici per la neonata squadra modenese segnati da vittorie ed
ottimi piazzamenti tra cui un secondo posto nella stagione ’24-25. Negli anni
successivi arrivarono gli apprezzatissimi giocatori ungheresi di cui tanto si
parlava, si distinsero due mezzali: il ”fiorettista” Tyoscholowscky, poi ribattezzato Tioschi,
e lo “sfondatore” Winkler che portarono
il Modena a piazzarsi nelle parti nobili della classifica. Verso la fine del
decennio fu organizzato il primo campionato nazionale a due giorni dove il
Modena si piazzò sesto nel girone A del 1927 mentre arrivò quinto nel girone B
del 1928. Finalmente nella stagione ’29-30 si disputo il primo campionato a
girone unico da 18 squadre, nel quale i gialli si piazzarono dodicesimi.
Il
decennio successivo invece fu meno brillante rispetto al precedente. I gialli
nella stagione ’30-31 furono per la prima volta retrocessi in serie B e vi rimasero
fino al 1937. Nella stagione ’37-38 il Modena riconquistò la serie A e vi rimase per ben due stagioni ma all’alba
degli anni ’40 a causa di vicende societarie infelici la squadra canarina si vide retrocessa
nuovamente nella serie cadetta. Gli anni ’30 furono un periodo altalenante
pieno di cambiamenti e mutamenti della società e dello sport. Infatti proprio
in quegli anni il fascismo stava sempre più plasmando la società a sua immagine
e somiglianza perciò il Modena FBC si vide costretto a cambiare il nome del
proprio club in Modena Calcio per soddisfare le richieste del regime, che
tendeva ad “italianizzare” tutta la
società. Infine nella stagione sportiva ’36-37 lo stadio cittadino fu
intitolato a Cesare Marzari, ex canarino caduto durante la campagna d’africa.
Nonostante
gli orrori della guerra, il calcio non si fermò e infatti nella stagione ’40-41
il Modena ritrovò la serie A sebbene avesse una rosa piuttosto indebolita dalle
perdite legate al conflitto mondiale. La stagione successiva, a causa di
problemi di bilancio, i canarini si ritrovarono di nuovo in B ma nel ’42-43
tornarono subito in serie A grazie all’ottima squadra guidata da Zironi I
(detto la “gazzella”). In questi anni
la società ebbe il piacere di scoprire
giovani talenti come i fratelli Sentimenti, Banfi, Neri, Malinverni, Braglia e
Galli tutti giocatori che saranno protagonisti anche in squadre di alto livello
come Inter e Juventus. Tra il ’43 e il ’45 il Modena militò nel campionato alta
Italia misto emiliano ma appena terminata la guerra arrivò il momento di
maggior lustro per il club canarino che si piazzò terzo dietro solo alle
fortissime Juventus e Torino. Solo sul finire del decennio il club ritornò in
serie B a seguito delle dimissioni del presidente Orsi.
Negli
anni ’50 cambiarono molte cose innanzitutto nella stagione 1957-58 arrivò il
primo sponsor, l’azienda Zenit mise a disposizione del club di via Monte Kosica
la cifra di 100 milioni per tentare la scalata alla serie A. Infine il Modena, dopo
aver lottato duramente per tutta la durata del decennio per cercare di
ritornare in serie A, dopo due promozioni fallite nel ’50-51 e nel ’54-55 ed un
settimo posto, nella stagione ’59-60 arrivò la prima storica retrocessione in
serie C (oggi ribattezzata Lega Pro).
Dunque
i canarini iniziarono gli anni ’60 in serie C ma ben presto, dopo appena una
stagione, ritornarono in serie B e incredibilmente dopo ben 13 anni in serie A,
dopo una strepitosa cavalcata. Dopo soli due anni di serie A il club gialloblu
retrocesse nuovamente in B perdendo lo spareggio con la Sampdoria. Il decennio
si concluse tra difficoltà tecniche ed economiche che portarono la squadra ad
abbandonare le speranze di promozione per abbracciare una prospettiva più
realista votata alla salvezza.
Dopo
due anni di lotta per la serie A il Modena si arrese e nella stagione sportiva
1971-72 precipitò per la seconda volta in serie C. Prontamente i gialli
ritrovarono la serie B nel 1974-75 ma tutto ciò era solo il preludio di una
crisi societaria che si abbatterà sul club appena due anni più tardi nel ’77-78
che porto la squadra dalla cadetteria all’ultima serie professionistica, la C2.
Di
lì a poco cominciò l’era Farina che nel ’80-81 rilevò la società. dopo
l’importantissimo intervento dell’industriale Bergamini, e la guiderà per i
successivi 15 anni. Iniziò un periodo difficile per il club modenese che si
ritrovava puntualmente tra i meandri della serie C ma con l’inizio degli anni
’90 la situazione apparentemente migliorò. Il Modena si ritrovò a militare in
serie B per i primi 4 anni poi il buio. Dopo la clamorosa retrocessione in C1
si concluse l’era farina e il Modena piombò nel caos più totale vagando tra la
serie C1 e la C2. Ma non tutto era perduto e infatti alla luce di queste
terribili difficoltà si fece avanti l’imprenditore Luigi Montagnani che di lì a
poco avrebbe risollevato per sempre le sorti del club emiliano.
“Gigi”,
come lo soprannominarono i tifosi, si mise subito all’opera investendo tempo e
denaro nel Modena FC e allestendo uno staff tecnico e dirigenziale in grado di
risollevare il Modena in breve tempo dall’inferno della C ai fasti prima della
B poi a quelli della ambita e tanto desiderata serie A. Arrivarono persone
esperte dal calibro di Doriano Tosi, che prese il posto del D.S. Borea, e di Gianni
De Biasi per la panchina.
“Gigi”,
come lo soprannominarono i tifosi, si mise subito all’opera investendo tempo e
denaro nel Modena FC e allestendo uno staff tecnico e dirigenziale in grado di
risollevare il Modena in breve tempo dall’inferno della C ai fasti prima della
B poi a quelli della ambita e tanto desiderata serie A. Arrivarono persone
esperte dal calibro di Doriano Tosi, che prese il posto del D.S. Borea, e di Gianni
De Biasi per la panchina. “Gigi” non vedrà mai la sua opera completata perché
dopo soli tre anni dall’acquisto della società, a causa di un malore lascerà un
vuoto incolmabile nel cuore di tutti noi. La società venne momentaneamente
affidata alla famiglia Montagnani ma ben presto verrà ceduta a Romano Amadei,
proprietario dell’IMMERGAS caldaie. Tutto il mondo gialloblu compiange il suo
vecchio presidente ma non si scoraggia e proprio in quella stessa stagione
(2000-01) a Brescello accade la svolta: tiro di Ciro Ginestra e rete! Il Modena
FC è tornato in serie B. ma il vero e proprio miracolo accadrà circa un anno
dopo a Genova dove i gialli pareggiando 0-0 riusciranno a riconquistare dopo
più di 40 anni la serie A! “La
Longabarda ha colpito ancorA!” così c’era scritto sulla maglia dei giocatori
durante la festa della promozione, il sogno di “Gigi” si era realizzato e ora
si aprì una nuova pagina del calcio modenese.
La
Longobarda restò in serie A per due stagioni dal 2002 al 2004 ma poi a causa di
errori tecnici (si passò da De Biasi a Malesani) e situazioni poco favorevoli
si ritornò in B. Da quel momento il
Modena militerà per ben 11 stagioni consecutive in serie B attraversando
momenti esaltanti ad altri disastrosi. In questi 11 anni il Modena ha cambiato
tanti allenatori, ha attraversato crisi societarie senza precedenti, rischiando
addirittura nel 2010 di scomparire dal calcio professionistico, ma ha anche
momenti di gioia e delusione per le due promozioni sfiorate nel 2005-2006,
sotto la guida di mister Pioli, e nel 2013-2014, con Walter Novellino sulla
panchina.
Infine
cosa rimane a noi tifosi? Una grande eredità lasciata da questa storia
ultracentenaria e tanta speranza nel poter rivedere presto i “zal”, come dicono
qui a Modena, tra le grandi della serie A.
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