giovedì 17 settembre 2015

Tutta un'altra storia: Modena F.B.C.

La storia del Modena FC cominciò nel lontano 1910 quando nella città emiliana nacquero le prime società calcistiche di studenti. L’Associazione Studentesca del Calcio , voluta da Luigi Ventura e Ugo Mariani, e l’Audax FBC fondata da Luca Mariani, fratello di Ugo.  Proprio a causa della crescente rivalità tra le due squadre e conseguentemente tra i due fratelli  si decise il 5 aprile 1912 di fondere le due società per crearne una unica per tutto il calcio cittadino, così nacque il Modena FBC.
Gli anni ’10 furono il debutto del club gialloblu nel calcio nazionale, non a caso il Modena cominciò ad iscriversi alla prime competizioni nascenti come la Coppa Federale, durante il periodo bellico (’15-18), nella quale sfiorò addirittura il successo nel 1916, mentre nella stagione ’13-14  fece scalpore l’arrivo di Roberts, il primo calciatore straniero all’ombra della Ghirlandina.

Nei primi anni ’20 il calcio italiano si trovava nel caos e alcune squadre tra cui Modena, Inter, Venezia, Torino e Genoa trovandosi in disaccordo con la F.I.G.C. aderirono al C.C.I. ( Comitato Calcistico Italiano ) distaccandosi dalle altre. Seguirono anni felici per la neonata squadra modenese segnati da vittorie ed ottimi piazzamenti tra cui un secondo posto nella stagione ’24-25. Negli anni successivi arrivarono gli apprezzatissimi giocatori ungheresi di cui tanto si parlava, si distinsero due mezzali:  il ”fiorettista”  Tyoscholowscky, poi ribattezzato Tioschi, e lo “sfondatore” Winkler che portarono il Modena a piazzarsi nelle parti nobili della classifica. Verso la fine del decennio fu organizzato il primo campionato nazionale a due giorni dove il Modena si piazzò sesto nel girone A del 1927 mentre arrivò quinto nel girone B del 1928. Finalmente nella stagione ’29-30 si disputo il primo campionato a girone unico da 18 squadre, nel quale i gialli si piazzarono dodicesimi.



Il decennio successivo invece fu meno brillante rispetto al precedente. I gialli nella stagione ’30-31 furono per la prima volta retrocessi in serie B e vi rimasero fino al 1937. Nella stagione ’37-38 il Modena riconquistò la serie A  e vi rimase per ben due stagioni ma all’alba degli anni ’40 a causa di vicende societarie infelici  la squadra canarina si vide retrocessa nuovamente nella serie cadetta.  Gli anni ’30 furono un periodo altalenante pieno di cambiamenti e mutamenti della società e dello sport. Infatti proprio in quegli anni il fascismo stava sempre più plasmando la società a sua immagine e somiglianza perciò il Modena FBC si vide costretto a cambiare il nome del proprio club in Modena Calcio per soddisfare le richieste del regime, che tendeva ad “italianizzare” tutta la società. Infine nella stagione sportiva ’36-37 lo stadio cittadino fu intitolato a Cesare Marzari, ex canarino caduto durante la campagna d’africa.
Nonostante gli orrori della guerra, il calcio non si fermò e infatti nella stagione ’40-41 il Modena ritrovò la serie A sebbene avesse una rosa piuttosto indebolita dalle perdite legate al conflitto mondiale. La stagione successiva, a causa di problemi di bilancio, i canarini si ritrovarono di nuovo in B ma nel ’42-43 tornarono subito in serie A grazie all’ottima squadra guidata da Zironi I (detto la “gazzella”). In questi anni la società ebbe il piacere  di scoprire giovani talenti come i fratelli Sentimenti, Banfi, Neri, Malinverni, Braglia e Galli tutti giocatori che saranno protagonisti anche in squadre di alto livello come Inter e Juventus. Tra il ’43 e il ’45 il Modena militò nel campionato alta Italia misto emiliano ma appena terminata la guerra arrivò il momento di maggior lustro per il club canarino che si piazzò terzo dietro solo alle fortissime Juventus e Torino. Solo sul finire del decennio il club ritornò in serie B a seguito delle dimissioni del presidente Orsi.

Negli anni ’50 cambiarono molte cose innanzitutto nella stagione 1957-58 arrivò il primo sponsor, l’azienda Zenit mise a disposizione del club di via Monte Kosica la cifra di 100 milioni per tentare la scalata alla serie A. Infine il Modena, dopo aver lottato duramente per tutta la durata del decennio per cercare di ritornare in serie A, dopo due promozioni fallite nel ’50-51 e nel ’54-55 ed un settimo posto, nella stagione ’59-60 arrivò la prima storica retrocessione in serie C (oggi ribattezzata Lega Pro).
Dunque i canarini iniziarono gli anni ’60 in serie C ma ben presto, dopo appena una stagione, ritornarono in serie B e incredibilmente dopo ben 13 anni in serie A, dopo una strepitosa cavalcata. Dopo soli due anni di serie A il club gialloblu retrocesse nuovamente in B perdendo lo spareggio con la Sampdoria. Il decennio si concluse tra difficoltà tecniche ed economiche che portarono la squadra ad abbandonare le speranze di promozione per abbracciare una prospettiva più realista votata alla salvezza.

Dopo due anni di lotta per la serie A il Modena si arrese e nella stagione sportiva 1971-72 precipitò per la seconda volta in serie C. Prontamente i gialli ritrovarono la serie B nel 1974-75 ma tutto ciò era solo il preludio di una crisi societaria che si abbatterà sul club appena due anni più tardi nel ’77-78 che porto la squadra dalla cadetteria all’ultima serie professionistica, la C2.
Di lì a poco cominciò l’era Farina che nel ’80-81 rilevò la società. dopo l’importantissimo intervento dell’industriale Bergamini, e la guiderà per i successivi 15 anni. Iniziò un periodo difficile per il club modenese che si ritrovava puntualmente tra i meandri della serie C ma con l’inizio degli anni ’90 la situazione apparentemente migliorò. Il Modena si ritrovò a militare in serie B per i primi 4 anni poi il buio. Dopo la clamorosa retrocessione in C1 si concluse l’era farina e il Modena piombò nel caos più totale vagando tra la serie C1 e la C2. Ma non tutto era perduto e infatti alla luce di queste terribili difficoltà si fece avanti l’imprenditore Luigi Montagnani che di lì a poco avrebbe risollevato per sempre le sorti del club emiliano.
“Gigi”, come lo soprannominarono i tifosi, si mise subito all’opera investendo tempo e denaro nel Modena FC e allestendo uno staff tecnico e dirigenziale in grado di risollevare il Modena in breve tempo dall’inferno della C ai fasti prima della B poi a quelli della ambita e tanto desiderata serie A. Arrivarono persone esperte dal calibro di Doriano Tosi, che prese il posto del D.S. Borea, e di Gianni De Biasi per la panchina.

“Gigi”, come lo soprannominarono i tifosi, si mise subito all’opera investendo tempo e denaro nel Modena FC e allestendo uno staff tecnico e dirigenziale in grado di risollevare il Modena in breve tempo dall’inferno della C ai fasti prima della B poi a quelli della ambita e tanto desiderata serie A. Arrivarono persone esperte dal calibro di Doriano Tosi, che prese il posto del D.S. Borea, e di Gianni De Biasi per la panchina. “Gigi” non vedrà mai la sua opera completata perché dopo soli tre anni dall’acquisto della società, a causa di un malore lascerà un vuoto incolmabile nel cuore di tutti noi. La società venne momentaneamente affidata alla famiglia Montagnani ma ben presto verrà ceduta a Romano Amadei, proprietario dell’IMMERGAS caldaie. Tutto il mondo gialloblu compiange il suo vecchio presidente ma non si scoraggia e proprio in quella stessa stagione (2000-01) a Brescello accade la svolta: tiro di Ciro Ginestra e rete! Il Modena FC è tornato in serie B. ma il vero e proprio miracolo accadrà circa un anno dopo a Genova dove i gialli pareggiando 0-0 riusciranno a riconquistare dopo più di 40 anni la serie A!  “La Longabarda ha colpito ancorA!” così c’era scritto sulla maglia dei giocatori durante la festa della promozione, il sogno di “Gigi” si era realizzato e ora si aprì una nuova pagina del calcio modenese.
La Longobarda restò in serie A per due stagioni dal 2002 al 2004 ma poi a causa di errori tecnici (si passò da De Biasi a Malesani) e situazioni poco favorevoli si ritornò in B.  Da quel momento il Modena militerà per ben 11 stagioni consecutive in serie B attraversando momenti esaltanti ad altri disastrosi. In questi 11 anni il Modena ha cambiato tanti allenatori, ha attraversato crisi societarie senza precedenti, rischiando addirittura nel 2010 di scomparire dal calcio professionistico, ma ha anche momenti di gioia e delusione per le due promozioni sfiorate nel 2005-2006, sotto la guida di mister Pioli, e nel 2013-2014, con Walter Novellino sulla panchina.

 Infine cosa rimane a noi tifosi? Una grande eredità lasciata da questa storia ultracentenaria e tanta speranza nel poter rivedere presto i “zal”, come dicono qui a Modena, tra le grandi della serie A.

       



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