domenica 7 agosto 2016

Calcio coi tacchi, 2^ puntata


CALCIO COI TACCHI: VALENTINA BERGAMASCHI

Di Stefano Bianchi- Ci sono persone che nascono con la voglia di vincere. Provano a dire a loro stessi: “Dai, con calma, gioca con gli altri e divertiti”, ma non ci riescono. Vogliono vincere, sempre e comunque, far vedere che son disposti a faticare il doppio degli altri per ottenere il risultato che vogliono. Sono predestinati.



Valentina Bergamaschi, classe 1997, è proprio così, sin dall’inizio all’FC Caravate, piccola società del varesotto che la accoglie quando ha solo 9 anni e che fa quello che può: non ha una sezione femminile, perciò la aggrega alla squadra maschile. Ma il posto gli va stretto: Valentina ha talento, tanto, e va valorizzato nelle sue categorie. Per questo nel 2011 passa all’Alto Verbano, società femminile di calcio dell’alto varesotto. Non una piazza importantissima, ma che comunque serve a Valentina per farsi le ossa e mettere in mostra ciò che sa fare. Da lì, la convocazione nella rappresentativa lombarda femminile al torneo di Chianciano del 2011 sembra quasi un passo obbligato. La rappresentativa lombarda arriva in finale, ed è proprio lì che scoppia la bomba Bergamaschi. Al 16’ dell’ultima frazione di gioco, parte in solitaria sulla destra e segna. Vince la Lombardia, Valentina viene notata e conseguentemente convocata ad uno stage nazionale a Coverciano, in previsione degli Europei femminili del 2014.
Agli Europei del 2014 andrà eccome, conquistando con le compagne il terzo posto. Da lì poi in Costa Rica, per giocarsi il titolo mondiale di categoria.



L’Alto Verbano indubbiamente ormai è troppo stretto, a fine Europei Valentina passa al Rapid Lugano, successivamente diventato Lugano 1976, dove conquista alla sua prima stagione la promozione nella massima serie femminile svizzera.

Ma la voglia di vincere di Valentina è insaziabile. Pochi mesi fa passa al FC Neunkirch, classificatasi seconda l’anno scorso e con molta voglia di rivalsa quest’anno.

 

Cosa significa per una ragazza giocare a calcio?

Significa esattamente lo stesso che per un ragazzo, niente di più né di meno.

 Credi che il calcio femminile italiano stia crescendo?  Cosa manca o cosa è meglio rispetto ad altri paesi?

Sinceramente non lo so. In teoria dovrebbe essere così ma i fatti parlano chiaro, il calcio femminile è troppo poco considerato ancora in Italia. C’è una mentalità ancora troppo legata all’idea che a calcio possano giocarci solo i ragazzi, così a calcio come in molti altri sport. All’estero la mentalità è diversa, per questo molte atlete cercano fortuna altrove piuttosto che in Italia.



Qual è stata l’esperienza calcistica (allenatore, squadra..) che maggiormente ti ha fatto maturare?

A mio parere calcisticamente ogni esperienza ti fa crescere, sicuramente tra quelle che di più hanno contribuito alla mia formazione c’è il mondiale in Costa Rica e quello che sto vivendo ora, lontana da casa.



Cosa ti aspetti dal tuo prossimo futuro, in Nazionale e nel Neunkirch?

In Nazionale per ora non lo so, spero un giorno di poter vestire la divisa della nazionale maggiore e raggiungere traguardi importanti. Futuro Neunkirch: vincere tutto quello che è possibile. La vittoria del campionato ci permetterebbe di accedere alla Champions League, ma naturalmente dobbiamo considerare che quest’anno abbiamo anche la Coppa di Svizzera da vincere… Vedremo!



Quale elemento contraddistingue secondo te il calcio femminile?

La passione e il sacrificio, perché molte ragazze non vengono pagate molto, perciò sono costrette a lavorare di giorno ed allenarsi di sera per continuare a giocare.


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