martedì 9 agosto 2016

Tre domande a... Ennio Bulgarelli

Tanta passione, voglia di allenare e un' invidiabile preparazione calcistica, il calcio giovanile è stato fin da subito una sua priorità, anche se non nega il desiderio di arrivare ad allenare in prima squadra. Ai nostri microfoni ha detto: <<ho sempre avuto la passione per Allenare, la mia prima esperienza è stata alla San Faustino Rosselli di Modena nel 2009-2010 con i Pulcini>>. 

Progressivamente all'aumentare della sua esperienza e delle sue capacità di allenatore ha avuto l'onere di allenare categorie sempre maggiori, arrivando a guidare i "Giovanissimi" e gli "Allievi". E' proprio nei tre anni alla Solierese che sono arrivate le soddisfazione più grandi, <<2 tornei vinti, in particolare quello a Rubiera con i 2001, e il 4 posto in classifica con gli Allievi>>. 
La sua idea di calcio prendeva sempre più forma soprattutto grazie agli incontri ed alle esperienze con Pep Guardiola, Carletto Ancelotti ed Emery, riuscendo a studiare a fondo l'ideale che guida il calcio moderno e a far prendere definitivamente un'anima e un corpo ai suoi schemi e alla sua visione di gioco. 
Altro fondamentale tassello nella sua formazione sportiva e calcistica è sicuramente il rapporto di amicizia con la società toscana dell'Empoli Calcio, che da tempo ha intrapreso un ottimo rapporto di amicizia con l'ASD Solierese aprendo i propri settori giovanili e consentendo a società minori di poter apprendere novità e migliorie sempre all'avanguardia.
Alla luce di questi sviluppi nella sua carriera da mister, ha deciso di lasciare la Solierese per cogliere altre opportunità e per perseguire i suoi obiettivi. <<A Soliera ci sono persone in gamba, molto serie che hanno una grande dedizione e passione per il Calcio. A volte anche se non si lavora più insieme non significa che non ci sia stima reciproca. Magari un giorno tornerò, quando sto bene in un posto non escludo di tornarci in futuro>>, queste le sue parole a dimostrazione di quanto sia stata fondamentale questa società per la sua crescita sportiva e calcistica, nonostante il suo futuro molto probabilmente sarà lontano dai suoi campi.

<<In futuro spero di allenare una prima squadra perché ho una grande passione per il calcio e sto aspettando la mia occasione. Nel frattempo ne approfitto e vado in Spagna, tenersi aggiornati è la base per stare al passo con i tempi>>, ai nostri microfoni ha fatto questa indiscrezione dichiarando di voler trasferirsi temporaneamente in Spagna, precisamente nella città di Barcellona, per prendere parte a Camp estivi e iniziative giovanili in cui poter continuare e migliorare la sua preparazione sportiva.



Cosa significa per lei allenare nelle giovanili?

"Allenare le giovanili per me ha un grande significato perché è il momento dove si può insegnare ai ragazzi non solo a giocare a calcio, ma anche ad avere un certo tipo di comportamento."

Un'esperienza come il torneo Rebecchi cosa può significare per lei e i suoi ragazzi?

"Il Torneo Rebecchi credo che sia un momento molto importante per la crescita dei ragazzi. Potersi confrontare con realtà d'élite del calcio italiano è un'esperienza molto utile."

Quali obiettivi cerca di perseguire da allenatore?

"Come allenatore ho studiato l'Europa, compresa l'Italia, per cimentarmi in questo ruolo. Le esperienze fatte con Guardiola, Ancelotti e Emery mi hanno portato a una mia conclusione e idea di calcio: Il gruppo prima del singolo, il gioco di squadra, la costruzione del gioco dal basso, metodologia attraverso esercizi situazionali con giochi di collaborazione e  infine viene lo schema tattico adattandosi alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, anche se come allenatore prediligo il 4-3-3."

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