martedì 12 aprile 2016

Tre domande a... Giulia Merigo

Giulia è una giovane calciatrice classe '94, modenese di provenienza ed ora giocatrice in pianta stabile nella rosa del Football Milan Ladies, squadra femminile militante in Serie B affiliata all'A.C. Milan. Entra a far parte della compagine rossonera proprio all'inizio di questa stagione, dopo aver terminato trionfalmente la scorsa, portando insieme alle sue compagne l'ASD San Paolo in Serie C. Nella provincia di Modena comincia ad avvicinarsi a questo sport e a farsi notare per le sue indiscutibili doti tecniche, vestendo le maglie di Medolla, Folgore Mirandola e San Paolo. Proprio quest'ultimo trasferimento fu dovuto non solo alle sue qualità, ma anche a circostanze alquanto spiacevoli causate dal terremoto dell'emilia, ormai risalente al maggio 2012.
A seguito di questa catastrofe naturale, che causò la perdita del tetto familiare, la sua famiglia decise di trasferirsi da San Felice a Modena e proprio nel capoluogo di provincia, Giulia, entrò in contatto con il mondo della serie D.
A San Paolo rimarrà per ben tre stagioni, crescendo anno dopo anno e distinguendosi sempre più dalle sue compagne. La svolta però arrivò, come detto sopra, solo l'anno scorso, quando con i suoi gol portò il San Paolo in Serie C. Dopo quella fantastica stagione però, Giulia, si trovò dinnanzi ad un bivio: o continuare gli studi universitari a Milano e abbandonare il calcio, la sua più grande passione, o cercare e trovare una squadra nel milanese che le permettesse di allenarsi con regolarità, senza rinunciare allo studio, da sempre una sua grande priorità.
Alla fine, grazie al grande supporto della sua famiglia, riuscì ad entrare nella selezione del Football Milan Ladies ed a colmare uno dei suoi più grandi sogni, giocare in Serie B.



Cosa significa giocare a calcio per te che sei una ragazza?

"Tutto è nato grazie a mio padre, che fin da molto piccola mi ha avvicinato a questo sport attraverso molti modi, dall'accompagnarmi a vedere le partite del Milan allo stadio fino ai gesti più semplici come il regalo di una maglia. La mia passione è nata così, poi si è fortunatamente trasferita anche sul campo, iniziando a giocare con maschi della mia classe. Al contrario di quello che possono pensare gli altri, non mi sono mai trovata male con i miei compagni maschi, anzi c'è sempre stato un rapporto di amicizia sano e privo di astio, forse perché riuscivo a segnare molto più di loro... (scherza)

Secondo te il calcio femminile si sta espandendo in Italia e in Europa?

"In Europa sicuramente sì, perché già da qualche hanno esiste una partnership fra le società maschili e quelle femminili, agevolando la formazione di squadre e settori giovanili femminili, che possono così svilupparsi godendo delle risorse dei grandi club maschili. Inoltre proprio questo è stato fondamentale nel percorso verso il professionismo, cosa non ancora riconosciuta in Italia. 
Noi veniamo considerate dilettanti che portano avanti solo ed esclusivamente una passione e credo che questo non sia giusto. Non siamo affatto retribuite e molte atlete, come me, che vorrebbero diventare professioniste a tutti gli effetti, sono costrette a trovarsi un secondo lavoro per vivere. Ma forse la cosa più brutta è che non essendo considerate professioniste non ci viene neppure riconosciuto il duro lavoro di allenamento che portiamo avanti 5 volte alla settimana.
Sicuramente l'Italia si è mossa e pian piano si sta muovendo nella giusta direzione, ma c'è ancora tanta strada da fare e spero che si arrivi ad un deciso miglioramento delle nostre condizioni. Resta però innegabile che  il calcio femminile non potrà mai vantare l'appeal del calcio maschile, per ovvi motivi atletici e tecnici, ma penso che vada comunque apprezzata la passione che nutriamo per questo sport, che ci spinge a sacrificare molti aspetti della nostra vita. Non credo che nel mondo maschile ci sarebbe una quantità simile di calciatori disposti a giocare senza uno stipendio regolare."

Cosa ti aspetti dal tuo futuro?

"Io ho sempre fatto molta gavetta e l'aver raggiunto quest'anno la Serie B, per me, è già un grande traguardo, anche se l'obiettivo principale è sempre quello di puntare il più in alto possibile. 
In questo momento, il mio primo pensiero è di riuscire a tornare il più in fretta possibile da questo grave infortunio, in modo competitivo e da riuscire ad esprimermi in campo come facevo prima per concludere al meglio il campionato e per mettermi ulteriormente in mostra. 
Però al di là di ogni cosa, il mio più grande sogno sarebbe quello di riuscire a vestire la maglia azzurra, un'esperienza davvero incredibile rispetto alle altre." 

Nessun commento:

Posta un commento